05 Dic Rubrica AmbientaLista #SaveTheSoil
Il suolo: un bene comune da difendere
Oggi 5 dicembre 2017 si celebra la Giornata Mondiale del Suolo.
lo scorso anno People4soil ha richiesto alla Commissione Europea di considerare il suolo un bene comune e di emanare alcune leggi volte alla sua difesa. L’iper-utilizzo del suolo, soprattutto per fini urbanistici, ha portato alla conseguente cementificazione di spazi una volta destinati all’attività agricola e una serie di problematiche legate al mantenimento del suo grado di salute, strettamente legata alla nostra.
Cos’è il suolo?
Da cosa è formata questa distesa più o meno granulosa che comunemente chiamiamo terra?
In essa sono presenti molte sostanze minerali che provengono dall’azione erosiva che l’acqua effettua sulle rocce ed anche una parte organica composta da funghi, batteri, vari microorganismi ed animali invertebrati, come ad esempio i lombrichi. Si può affermare che il suolo è vivo, in esso sono presenti migliaia di interazioni tra i vari microorganismi che fanno si che vi sia “cibo” a sufficienza per tutto ciò che possiede delle radici. Mentre la parte minerale del suolo rappresenta il nutrimento vero e proprio che viene assorbito dall’apparato radicale, la parte organica o “vivente” del suolo fa in modo che tali minerali siano assorbibili dai vegetali e a sua volta tramite vari processi, come quello di decomposizione, produce altre sostanze nutritive utili alle piante.
Una tra le tante azioni che nella nostra vita possiamo compiere al fine di avere un suolo qualitativamente migliore, oltre a non lasciarvi rifiuti e materiali non biodegradabili, riguarda la reintroduzione di sostanza organica nel suolo. Questi consigli sono maggiormente rivolti alle persone che magari si occupano di un piccolo orto domestico o sociale, ma possono risultare interessanti anche a chi non coltiva, ma è interessato a varie tecniche legate alla sostenibilità.
Quando qualsiasi vegetale cresce fino ad arrivare al punto in cui può essere raccolto per finire sulle nostre tavole, esso cresce ed arriva alla maturazione grazie ai minerali e alla sostanze nutritive presenti nel suolo. Con la raccolta, insieme alla pianta si vanno ad asportare tutte quelle sostanze nutritive che il vegetale ha utilizzato durante la sua crescita. Se volessimo riutilizzare lo stesso suolo per una seconda coltivazione, esso risulterebbe povero di sostanze nutritive. Per evitare la reintroduzione di sostanze minerali tramite fertilizzanti ottenuti da processi di sintesi, i quali hanno parecchie controindicazioni per la nostra salute e per quella degli ecosistemi , possiamo “arricchire” l’orto in maniera del tutto naturale.
Do ut des
Vi sono principalmente due modalità per reintrodurre sostanza organica nel suolo che verrà successivamente trasformata in elementi nutritivi da invertebrati e microorganismi: il sovescio e l’aggiunta nel suolo di materiale proveniente da compostaggio.
Quando si parla di sovescio, ci si riferisce alla coltivazione di determinate piante, molto spesso di leguminose come il favino o il trifoglio in quanto rilasciano nel suolo ragionevoli quantità di azoto, al fine di essere tagliate ed interrate nei primi 25 centimetri di suolo. Ciò diventa cibo per determinati microorganismi che tramite il processo di decomposizione reintegrano l’apporto di sostanze nutritive nel suolo. Ruotando opportunamente la coltivazione in diversi spazi in modo da lasciarne uno a riposo, si otterrà un suolo più fertile e sempre coperto da materiale vegetale, così che l’azione erosiva dell’acqua viene ampiamente mitigata. Inoltre se negli spazi coltivati, dopo la raccolta, si lasciano le radici e tutte quelle foglie e parti delle piante che si vogliono scartare, tutto verrà sempre a beneficio di quei microorganismi i quali produrranno ulteriore nutrimento. Per quanto riguarda il compostaggio, con questo termine ci si riferisce ad un processo di trasformazione aerobica, ovvero in presenza di ossigeno, di materiale organico in humus. il compost ha due origini: vegetale ed animale. Riguardo all’origine vegetale, alcuni esempi possono essere tutti gli scarti da giardinaggio o anche gli scarti domestici, opportunamente selezionati, che raccolti in una compostiera da giardino decomponendosi diventeranno un ottimo fertilizzante da utilizzare nell’orto. Riguardo all’origine animale, invece, alcuni esempi vanno dal classico letame equino e bovino che può essere utilizzato dopo alcuni mesi di maturazione, ma è possibile anche l’utilizzo degli escrementi di un altro animale meno conosciuto: il lombrico. Vi è anche la possibilità di costruire un sistema per l’allevamento e la raccolta dei loro “prodotti di scarto”, adatto anche per un utilizzo domestico ed è chiamato vermicompost. In fine vi è un altro animale il cui letame può essere utilizzato come un ottimo fertilizzante: l’uomo. L’americano Joseph Jenkins nel suo libro The Humanure Handbook, spiega come sia possibile una destinazione diversa rispetto a quella presa quotidianamente dai nostri “prodotti di scarto” portati via da un flusso d’acqua. Per mezzo delle compost toilet è possibile raccogliere, stoccare e “compostare” tutto ciò che altrimenti sarebbe finito in un impianto di depurazione.
In definitiva ciò che vi è di rivoluzionario in queste tecniche, le quali prendono ampiamente spunto dalla sapienza dei nostri nonni, sta nell’utilizzare ciò che viene considerato scarto come una ricca risorsa.